La lettura non permette di camminare, ma permette di respirare

ENRICO DEL GAUDIO – interviste agli autori selezionati nell’antologia del Premio Letterario Internazionale di poesia e narrativa “SCRITTORI SOTTO RIFLETTORI 2019”.

Le opere sono state selezionate da un numero di 467 opere iscritte – autori italiani e stranieri: 307 per sezione Poesia e 160 – sezione Narrativa.

ENRICO DEL GAUDIO – Vincittore Assoluto con titolo di Eccellenza – sez. narrativa  e Premio Internazionale Culturale

Perché scrivi? Cosa ti ha fatto decidere di scrivere?

Dire delle cose ad un foglio di carta in bianco esprimendo un tuo pensiero, una tua idea di come dovrebbe essere l’andamento della vita, è come confidare a un amico fidato i tuoi pensieri, i tuoi desideri nascosti, la tua visione dell’esistenza: Perché simo qui, chi ha voluto che noi ci fossimo. . . Ho incominciato a scrivere sin da giovine e la cosa mi è sempre piaciuta. Un poco perché lo faceva già mio padre e un poco perché, partito per il servizio di leva, la solitudine mi aiutava a soffrire di meno la lontananza da casa mia.

Che soddisfazione trovi partecipando a concorsi letterari?

Si provano tante soddisfazioni, una fra tutte è quella di incontrare sempre persone nuove nei vari posti in cui si viene convocati per la premiazione e fare delle amicizie che prima non tenevi. Poi avere un tuo scritto riconosciuto da una giuria nazionale o internazionale è come essere ripagati del merito di aver detto o scritto qualcosa che vale.

Hai delle emozioni riguardo al premio ottenuto? Sei entusiasta del premio?

Il premio che è stato assegnato al mio racconto è un premio speciale perché esso è il primo in assoluto che mi ha permesso di vincere con un racconto. ”Le confessioni di uno squilibrato”, è uno scritto che indaga all’interno di persone a cui è stato tolto il ”diritto” di pensare, di essere persone, entità. . . Ecco perché questo riconoscimento mi ha gratificato e mi ha dato gioia. Il mio racconto è arrivato al cuore dei giurati ed è stato apprezzato proprio perché è una novità la maniera in cui è stato scritto: monologo teatrale. Quando lo recitai, tempo fa, in un teatro dalle parti della provincia a nord di Napoli fu un successo di pubblico e alla fine gli applausi mi diedero molta gioia.

4.Pensi che sia importante per un autore rumeno di partecipare a concorsi letterari internazionali? Perché?

Partecipare ai concorsi letterari è come mettersi in gioco. Rumeno, spagnolo o italiano non ha importanza. Dirti che sei bravo da solo non conta nulla, sentirtelo dire dagli altri, in questo caso da persone qualificate, è il segno che qualcosa riesci a comunicare. Perché partecipare? Perché mettendosi in gioco si trasmette la volontà di misurarsi con umiltà.

Quali sono i suoi punti di riferimento nella letteratura?

I grandi del passato insegnano. Primo fra tutti mi piace ricordare il Pascoli, il mio poeta preferito. In morte del fratello Giovanni è la lirica che mi ha sempre affascinato. Poi, essendo principalmente un poeta vernacolare, come non ricordare il maestro dei maestri: Salvatore Di Giacomo e di lato il mio compaesano Raffaele Viviani. Due che hanno fatto e scritto la Storia della letteratura partenopea.

Chi è il suo scrittore di riferimento ?

Salvatore Di Giacomo, cattedratico alla Federico II di Napoli. Il più grande di tutti. Ha scritto la più bella poesia in lingua napoletana di tuti i tempi che consiglio a tutti i poeti di leggere. Il titolo è ”Lassammo fa a Dio”. In teatro è stata letta da tutti i migliori attori italiani.

7.Cosa pensi che dovrebbe essere fatto per gli scrittori? Cosa manca per la loro promozione? Consiglia tre libri da leggere.

Per gli scrittori, o chi si definisce tale, bisognerebbe che gli editori gli facessero un esame di scrittura prima che si mettono a scrivere. Ci sta tanta promozione in giro che adesso si è superato il limite. Scrivono tutti. In tanti si attribuiscono il titolo di scrittore pur non sapendo conciliare un congiuntivo. I peccatori di Peyton Place di Grace Metalius – Il traditore di Liam O’ Flaherty – Novelle per un anno di Pirandello.

Che messaggio vuoi trasmettere ai lettori?

Cosa hanno da dire di me i lettori dopo aver letto dei miei versi, un mio racconto, un mio pessiero, una mia massima. Non ho nulla da poter dire ai lettori. Essi sono l’indice di gradimento e i giudici supremi delle mie povere cose. Non mi ritengo all’altezza di dare alcun messaggio se non quello di una sana amicizia con chi mi concede l’onere di leggermi.

9.Considera che esiste una relazione tra la scrittura e la società  tenendo conto delle influenze politiche e culturali?

In un rapporto da uno a cento, il poeta, lo scrittore o chi per esso, che intende portare, veicolare, trasmettere, il ”suo” pensiero oltre la soglia di casa sua è colui che deve mettere in vista e alla luce di tutti, quello che altri 99 non vedono. Nella politica, nella cultura, nella società, nella famiglia, nei circoli culturali… Esso deve fotografare il suo tempo, traslarlo a chi un domani deve documentarsi sul passato.

10.Prossimamente…

Una casa editrice siciliana, la Billeci Edizioni, mi ha proposto la pubblicazione del mio vissuto poetico di 50 anni di scrittura vernacolare: Lingua Napoletana. Abbiamo in cantiere una pubblicazione in double-face, Lingua Napoletana e Lingua Siciliana. Oltre 120 lavori in una raccolta che avrà la sua luce alla fine di giugno 2020.

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