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La lettura non permette di camminare, ma permette di respirare

Pubblicato da Luca il 26/11/25

Perché una rivista letteraria serve ancora (nell’era dei social)

Viviamo in un’epoca in cui tutto corre veloce: i video durano pochi secondi, le opinioni si consumano in un commento e i contenuti vengono “scrollati” più che letti. È facile pensare che una rivista letteraria sia un oggetto del passato, un’eco di un tempo in cui la lettura aveva ritmi diversi. Eppure, mai come oggi, una rivista può offrire qualcosa che i social non riescono a dare.

Lentezza come valore

Ecco perché abbiamo deciso di creare una rivista letteraria (ne abbiamo parlato anche qui).

Il primo motivo è semplice: una rivista ti costringe a rallentare.
Non ti insegue, non ti distrae, non vuole rubarti attenzione: te la restituisce.

Ogni numero è pensato per durare, per essere letto con calma, per accompagnarti in un momento che scegli tu. In un mondo in cui la fretta è diventata la norma, la lentezza è una forma di resistenza. Ed è una forma di cura.

La qualità batte il rumore

Sui social, tutto compete contro tutto: un racconto contro un meme, un’intervista accanto a un balletto, un consiglio di scrittura subito dopo un video di cucina. È naturale che il messaggio si perda nel rumore.

Una rivista invece seleziona, sceglie, costruisce.
Un testo non deve sopravvivere all’algoritmo: deve parlare forte abbastanza da meritare spazio.

E quando le parole vengono scelte con attenzione, tornano a essere importanti.

Una comunità che non scompare con un click

I social danno l’illusione di comunità, ma spesso costruiscono relazioni fragili, momentanee, legate alla visibilità del momento. Una rivista invece è un punto d’incontro più solido: un luogo dove gli scrittori si ritrovano, non per caso, ma per volontà.

Qui gli autori emergenti cercano ispirazione, chi organizza concorsi trova uno spazio per raccontarsi, e chi legge entra in una casa che riconosce come propria. Non è un feed: è un’appartenenza.

La profondità che i social non hanno il tempo di ospitare

Ci sono temi che non stanno dentro un reel di trenta secondi:
il blocco dello scrittore, il processo creativo, le storie dietro i concorsi, le interviste ai giurati, i racconti nati ai margini.

Una rivista può ospitare tutto ciò che i social espellono per mancanza di tempo.
Può permettersi riflessioni lunghe, sguardi complessi, idee che hanno bisogno di maturare.

È un luogo dove la scrittura respira.

Una selezione che diventa fiducia

Quando apri una rivista letteraria, sai che ciò che trovi è passato attraverso occhi attenti.
Non è un contenuto buttato nel mare digitale: è un contenuto scelto.

La selezione non limita: orienta.
Ti aiuta a scoprire testi, autori, concorsi, riflessioni che potresti non trovare mai in mezzo al caos della rete.

In un mondo che offre tutto, la vera ricchezza è avere qualcuno che ti dica cosa vale davvero.

In conclusione

Una rivista letteraria non è un oggetto nostalgico: è una risposta a un bisogno moderno. Serve perché restituisce tempo, profondità, cura.

Se vuoi essere aggiornato su questo progetto, ti consigliamo di iscriverti alla newsletter o di seguirci sui nostri canali social (che trovi in fondo a questa pagina).

E tu, che cosa vorresti trovare tra le sue pagine? E come pensi si chiamerà la nuova rivista? Scrivilo nei commenti!

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