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Qual è la tua definizione di successo?

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Se qualcuno ci invita a cena e ci dice «Ti presento un amico di successo», subito ci immaginiamo qualcuno affascinante, alto, elegante, con una bella macchina e che magari abbia voglia di offrirci la cena (questo potremmo sperarlo in ogni caso). Ma siamo proprio sicuri che il successo sia solo questo? Siamo circondati da film e pubblicità che dipingono questo concetto in modo uniforme: abbiamo successo quando ci possiamo permettere un certo stile di vita. Un auto di lusso. Vestiti di marca. Una vacanza ai Caraibi. E la domanda è: quanto di tutto questo appartiene alla nostra personale idea di successo? Alain de Botton, in un bel video su Ted, dice questo:

Uno degli aspetti interessanti del successo è che pensiamo di sapere cosa voglia dire. […] E invece molte volte l’idea che abbiamo non è nostra. La assorbiamo da altre persone […], dalla televisione, dalla pubblicità, dal marketing.
Queste sono forze immensamente più potenti della nostra volontà e finiscono col definire per noi ciò che desideriamo e come vediamo il mondo e noi stessi. […]
Con questo non voglio dire che dovremmo rinunciare ad avere successo; ma dobbiamo essere certi che la nostra idea di successo sia veramente nostra, che noi siamo i veri autori delle nostre ambizioni.
Perché… è già abbastanza brutto accettare di non riuscire ad ottenere ciò che vogliamo. Ma è ancora peggio raggiungere l’idea di successo che ci eravamo fatti, per poi scoprire alla fine del percorso che, in realtà, non è ciò che hai sempre voluto.

Cosa vuol dire per te “avere successo”? Magari vorresti finire il tuo romanzo e metterlo tra gli scaffali della libreria di casa tua? Vorresti vederlo quando entri in una libreria al centro della tua città? Oppure venderne tante copie? Quante: cento, mille, un milione? Con i soldi delle vendite vorresti pagare le bollette? O comprarti una macchina? E se non ci ricavassi mai un centesimo, penseresti ancora di avere successo? Cosa succederebbe se scrivessi il libro più brillante di tutti i tempi, ma nessuno avrebbe mai la possibilità di leggerlo? Insomma, potrei andare avanti così per tutto il libro.
Il punto è: non è facile capire con esattezza cosa è il successo nemmeno per noi stessi. E questo succede perché non siamo abituati a pensare al successo che vogliamo raggiungere, altrimenti finiremmo per essere percepiti come dei sognatori o degli sfrontati.
Ma se cerchiamo una qualche sorta di felicità nella scrittura, se cerchiamo la nostra piena soddisfazione, allora dobbiamo sapere cosa rappresenta per noi il successo.
Dobbiamo lavorare di introspezione, interrogarci in modo onesto e chiederci: perché facciamo quello che facciamo? Cosa pensiamo di potere ottenere che adesso non abbiamo, una volta finito il nostro romanzo? Perché è importante per noi scriverlo? Domande complicate? Possibile. Ma la buona notizia è che la loro risposta è talmente personale che nessuno potrà mai giudicarla. Nessuno sarà mai in grado di farlo, perché quello che vuoi ottenere e come lo vuoi ottenere ha un senso e un valore solo per te. Per te e per nessun altro.
Dunque fatti un favore: spendi del tempo per capire la tua personale definizione di successo. Non sarà un processo facile, ma una volta trovato avrai un’arma formidabile per tutte le volte che sarai bloccato nella scrittura.

Questo brano è tratto da:

>> Vai alla scheda del libro <<

  1. ortensia

    Il successo è difficile da definire, sicuramente rientra nell’avere un buon rapporto con noi stessi e con le altre persone. Questa situazione è un buon trampolino di lancio. Credere in una idea come ad esempio, quella di pubblicare un libro, una storia da condividere insieme ai lettori. Riuniti intorno ad un tavolo di presentazione al pubblico. Accade spesso che un buon libro pubblicato rientri solo negli scaffali della propria biblioteca. In determinati casi che sicuramente identificano il successo, avviene quando dall’edizione di un libro si produca un film, o una rappresentazione teatrale. Non sempre accade che il film o la recita a soggetto riscuota successo. Dipende dallo scrittore trovare un argomento d’interesse e anche dal rating di ingresso nel mondo della narrativa della ricerca della raccolta di fatti, notizie, tradizioni Insomma il cammino è lungo e in ogni caso speriamo che sia un successo.

  2. Osvaldo Cai

    Buongiorno,
    prima di dare una definizione di “successo” devo fare una premessa. ( E’ lunga ma nessuno è obbligato a leggerla)

    Ho 86 anni,non ho alcun profilo sui”social”,però in questa mia lunga vita ho fatto tanti mestieri fra cui l’ufficiale della Marina Mercantile,l’operaio meccanico, il dirigente d’azienda e il libero professionista. Arrivato oltre i settanta, mi sono nuovamente stufato di tutti questi mestieri “seri”(come li definiva mia madre buonanima) e mi sono dedicato alla pittura. Ho detto nuovamente perchè già quarant’anni fa avevo lasciato la mia posizione da dirigente d’azienda (durata undici anni) per dedicarmi alla tavolozza. ( ho lavorato per una galleria d’arte di Torino e ho fatto parecchie mostre). MA NON SAREI RIUSCITO A MANTENERE LA FAMIGLIA per cui sono tornato a un lavoro “serio” (Consulente tecnico di produzione). Questo mestiere,oltre che procurarmi un profitto,mi ha permesso di girare il mondo nel vero senso della parola. Ho conosciuto gente e mi sono fatto conoscere,tanto che, magari soltanto nel mio ristretto e specifico campo ( per essere tuttologi bisogna essere geni; e io non lo sono affatto) sono,come si dice…”un nome”, tanto da diventare il presidente del comitato scientifico di un importante RIVISTA tecnica a tiratura internazionale. E’ da considerarsi questo un successo ? ASSOLUTAMENTE NO ! E’ solo l’apice di una fortunata carriera.
    Finalmente,nel 2016, ( a 82 anni) per caso,in una biblioteca civica,ho visto il bando di un concorso letterario: INCIPIT OFFRESI (patrocinato dalla Regione Piemonte). L’ho vinto con il romanzo “IL TESORO DELLA SEA STAR” (Buckfast Edizioni) . E’ stato,per un anno intero il libro più letto in quella biblioteca. Ha avuto una bellissima recensione del Prof. Nicolò Carnimeo sulla Gazzetta Del Mezzogiorno di Bari.
    E’ da considerarsi questo un successo ? ASSOLUTAMENTE NO ! E’ solo il riconoscimento di un’esigua cerchia di persone che,per conoscenza,passaparola o casualmente, hanno letto il mio libro. Ho continuato a scrivere e pubblicare libri (Le Donne di Juan, finalista a IO SCRITTORE e pubblicato anche questo da Buckfast nel 2017) e racconti vincitori di diversi premi letterari ( AG NOIR 2017 e 2018—MILLE UNA STORIA (B.Arsizio)— NARRATIVA BREVE (Sommariva del Bosco CN) Anche questi premi NON danno successo e vanno etichettati come sopra.
    E,dunque: cos’è il SUCCESSO? Forse non sarò originale,ma POTREI DIRE (IL CONDIZIONALE è D’OBBLIGO) che

    IL TUO SUCCESSO SI MISURA CON IL GRADO DI NOTORIETA’ DOVUTA A QUANTI HANNO APPREZZATO LA TUA OPERA Quindi il successo NON dipende soltanto dalla tua opera ma anche ( e direi soprattutto) da chi ne fruisce.

    Il SUCCESSO può essere di tipo diverso:

    1° SUCCESSO UNIVERSALE ED ETERNO La maggioranza della popolazione mondiale,da secoli,continua a considerare capolavori le opere dell’Autore(Virgilio,Dante,Leopardi,Montale,Michelangelo,
    Puccini,Mozart,Pirandello e tanti altri)

    2° SUCCESSO UNIVERSALE La maggioranza della popolazione mondiale,da qualche anno,considera belle le opere dell’Autore ( Ken Follett,Modugno,Beatles,Umberto Eco, Dario Fo,Oriana Fallaci, e tanti altri )

    3° SUCCESSO LOCALE Una moltitudine di individui di una determinata area geografica acclama l’opera dell’Autore. in tal caso è d’obbligo fare un DISTINGUO:

    a) la moltitudine che acclama è composta per la gran parte da individui qualificati ed esperti in materia IL SUCCESSO PUO’ ESSERE LOCALE MA MERITATO E DURARE NEL TEMPO (es.Mina,Camilleri, Faletti,Sciascia,Bevilacqua,e altri)

    b) la moltitudine è composta unicamente da “fans” isterici ed urlanti che regala una notorietà solo pubblicitaria ed effimera ( Non faccio nomi perchè non voglio querele,ma ce ne sono tanti!)

    Se ne conclude che la definizione di SUCCESSO è condizionata (ecco spiegato l’obbligo del condizionale) da colui che lo attribuisce.
    Io mi accontenterei del successo fra i conoscenti ( ma non sono nemmeno certo di questo!).

    Osvaldo Cai

    • Luca

      Ma che bel commento Osvaldo! Grazie per il tuo contributo, sono d’accordo: il successo è una definizione molto personale che ognuno di noi deve curare e coltivare come una fragile piantina 🙂

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