La lettura non permette di camminare, ma permette di respirare

Come scrivere un romanzo quando hai una vita da seguire

Sono molto sensibile all’argomento “organizzazione efficace del proprio tempo”.

Se fossi un animale sarei senz’altro una lumaca o una tartaruga (con tanto di rifugio nel guscio/zona di comfort, specialmente quando mi sento ripetere per la centesima volta “non ho tempo!”). La norma per me infatti è stabilire un certo tempo per svolgere un’attività e poi ritrovarmi a impiegarne esattamente il doppio, se non il triplo, con tutti gli annessi e i connessi sentimenti di frustrazione che ne derivano.

Una volta, sfinita da questa situazione, ho scritto a una mia cugina, con la quale ho vissuto a lungo nella stessa casa durante il periodo dell’università. Le ho chiesto quale fosse secondo lei il motivo per il quale impiegassi così tanto tempo a fare le cose, soprattutto in confronto a lei che era sempre una scheggia a far tutto, la sua risposta fu: “perché tu cincischi”.  

Il dizionario Treccani così chiarisce uno dei significati del verbo cincischiare: “perder tempo in lavori senza concluder nulla”. Un incubo! Non solo lavori, non solo impieghi del tempo, ma alla fine non hai concluso nulla! Questo ci porta a un assioma fondamentale: il tempo è uguale per tutti, è l’uso che ne facciamo a fare la differenza.

E allora come scrivere un romanzo quando hai una vita da seguire?

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Come scrivere un romanzo quando hai una vita da seguire: conosci te stesso

Ľ espressione “Conosci te stesso” campeggia sul tempio di Apollo a Delfi, è un potente monito quando vogliamo realizzare i nostri obiettivi. Secondo il mito, Apollo voleva esortare gli uomini a riconoscere i propri limiti, in particolare rispetto a chi come lui era di natura divina. Ma personalmente ci vedo invece la possibilità di prenderne consapevolezza, proprio per poterli superare quei limiti.

Lavorare otto ore al giorno, dedicarsi ad amici e famiglia, svolgere tutte quelle incombenze quotidiane che fanno parte della nostra “natura terrena”, sembrano davvero lasciar poco spazio per mettersi lì con la mente aperta a scrivere il romanzo della nostra vita.

Per questo la prima cosa che devi fare è sederti a un tavolo e prendere in considerazione quanto tempo hai realmente, non solo in una giornata, ma nella settimana, nel mese, durante il corso dell’anno. Valuta bene tutti gli impegni, le incombenze, il tempo da dedicare al relax e alla famiglia, quello impiegato per i viaggi. Non importa se alla fine scopri che, tirate tutte le somme, hai a disposizione appena un’ora a settimana per scrivere.

Quello che conta è che tu abbia individuato quell’ora e la difendi a costo di qualsiasi cosa.

 

Come sfruttare il (poco) tempo a disposizione per scrivere un romanzo

Scrivere un romanzo, un racconto, o quello che dir si voglia, ha le sue regole. Ogni scrittore poi ha le sue regole personali, quindi tracciare dei principi generali è impresa impossibile. Quel che è certo però è che ogni storia parte da un’idea, che diventerà una struttura, che poi si trasformerà in bozza, che poi verrà revisionata, e così via.

Anche se sei un amante del controllo, come la sottoscritta, la cosa migliore quando si è agli inizi del proprio lavoro è probabilmente quella di scrivere senza interruzioni per tutto il tempo a disposizione.

Poi per qualche giorno bisogna entrare in “modalità osservazione”, ovvero contare in media quante parole o caratteri si è riusciti a scrivere nel tempo stabilito. In questo modo si potrà fissare un obiettivo realistico (conosci te stesso appunto) riguardo alla lunghezza ma soprattutto alla durata del lavoro. Per dirlo in poche parole: dovrai sempre stabilire una data di scadenza, altrimenti non riuscirai mai a capire dove stai andando e a valutare i tuoi progressi. Questo non solo nella fase iniziale, ma per tutta la durata del progetto.

 

Scrivere un romanzo: la calma è la virtù dei forti

La vita è imprevedibile. Fissarsi degli scopi, andare avanti per la propria strada, realizzare sogni e obiettivi è senz’altro l’atteggiamento migliore per navigare in queste acque tumultuose. Ma ricordati che l’imprevisto può essere sempre dietro l’angolo e che in quel caso dovrai solo fare un grande respiro e calibrare nuovamente la tua rotta.

Non farti scoraggiare perché anche gli imprevisti portano con sé la loro buona dose di ispirazione e ti assicuro che una volta superati saranno il miglior cibo per la tua autostima.

Come fai a scrivere un romanzo quando hai una vita da seguire? Raccontaci qualche trucco, avrai la mia eterna gratitudine!

  1. Alessandro

    Io ho dapprima iniziato scrivendo molte ore al giorno, poi con il tempo ho cominciato a gestire le ore di scrittura durante il giorno, e alla sera. Ho così mutato il mio tempo di scrittura, ora scrivo in genere quattro ore la giorno, non sono sposato, ma lavoro e ho diversi hobby. Credo che con il tempo ogni autore arrivi a delimitare nel tempo le ore da dedicare alla scrittura. Io scrivo direttamente al pc, uso google drive che come sapete registra in automatico ogni correzione fatta sul testo. Negli anni sono riuscito ad ottenere una pubblicazione con un CE abbastanza importante. Ora sto correggendo un romanzo scritto in gioventù, spero un giorno di diventare un grande scrittore.

  2. Edoardo

    Mi chiamo Edoardo e sono studente e cassiere in un supermercato. Cerco di scrivere ovunque, quando andavo al liceo scrivevo agli angoli dei libri o dei quaderni e, dato che ho lavorato molto in cassa, nei momenti morti scrivevo dietro agli scontrini dei clienti che non venivano ritirati. Cerco di evitare il pc, mi piace vedere il foglio pieno di cancellature e modifiche, penso che sia utile sapere la strada che si sta percorrendo.

  3. Onorato Laura

    Blocchetto per appunti in borsa, registratore sullo smartphone e a volte audio WhatsApp a mia madre che inizialmente rispondeva con un “Non capisco che vuoi dire!” ed io scoppiavo puntualmente a ridere. Ritaglio alla scrittura un paio d’ore la sera, quando mi è possibile. Faccio quel posso fra lavoro, palestra, piscina e famiglia. Lavorando al pc, la sera mi viene pesante continuare e quindi opto per quaderno (tassativamente a quadretti) e penna (tassativamente blu). La strada è lunga ma sono determinata. Resto sempre con i piedi per terra!

    • Alessandra Caputo

      Grazie Laura per aver condiviso la tua esperienza,
      sono certa che oltre a me ha incoraggiato tantissimi altri lettori!
      E ricorda di non smettere mai di scrivere qualsiasi cosa accada 🙂

  4. luisa matera

    Ho sempre carta e penna e scrivo durante le attese, dal medico, in macchina… scrivo quello che mi viene in mente, saltando da un capitolo all’altro, poi, appena ne ho il tempo, passo tutto su pc, assemblando il tutto pazientemente e sistemando ciò che ho scritto col cuore. Faccio un lavoro immane ma chi può dire qual è il metodo migliore? Ognuno di noi ha i suoi tempi e i suoi modi, tutti personali. La cosa importante è proprio quella di sfruttare i tempi morti…

    • Alessandra Caputo

      Esattamente Luisa ognuno deve trovare il metodo che più gli si addice.
      Confrontarsi e condividere consigli aiuta tantissimo in questo senso, grazie per averci raccontato un po’ di te 🙂

  5. Giusy Di Miceli

    Parole sante. E che dire poi, quando ti viene in mente quel passaggio e tu stai guidando o facendo la spesa? telefono in modalità registratore e carta e penna sempre appresso.
    Ciao e grazie

    • Alessandra Caputo

      Ciao Giusy
      grazie a te per aver condiviso con noi alcuni utili consigli.
      Carta e penna sempre appresso e registratore del telefono, è proprio il caso di dire #maipiùsenza.
      In bocca al lupo!

      • Simona

        Buongiorno sono contenta di aver iniziato a scrivere un mio primo libro..
        Grazie sto seguendo tutte le vostre lezioni molto interessanti e costruttive
        Nn vedo l ora di terminarlo

        • Alessandra Caputo

          In bocca al lupo e tienici aggiornati! 🙂

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