La lettura non permette di camminare, ma permette di respirare

Tre consigli per scrivere bene

C’è chi davanti a un foglio bianco parte spedito e non si guarda indietro.

C’è chi sente la necessità, già dopo le prime righe, di tornare sui propri passi, cancellare, riscrivere, aggiustare. Criticarsi.

Tu a quale categoria appartieni? Sì, perché se c’è una cosa a cui gli scrittori non sempre fanno caso è il considerare cosa succede quando si scrive. Intendo proprio a livello fisico ed emotivo. 

Nel mio lavoro con gli autori durante le lezioni del Master in Scrittura Creativa ho avuto modo di considerare quanta preoccupazione abbiamo, tutti quanti, di consegnare un testo corretto dal punto di vista ortografico e grammaticale, ben strutturato, ordinato, narrativamente coerente e praticamente perfetto. 

Eppure non è mai questo ciò che conta davvero.

Far visionare il proprio lavoro a qualcuno implica il desiderio di volersi presentare al meglio e sfido chiunque a negarlo. Aggiungo che ci vuole tantissimo coraggio nel consegnare anche solo poche righe e lasciarsi leggere da occhi estranei e sconosciuti. 

Ho capito che l’origine della preoccupazione non nasce nel momento in cui “si consegna” il lavoro, ma prima; quando lo scrittore è da solo e si trova di fronte alla sua pagina bianca.

Le due forze contrapposte

Quando scriviamo si scontrano dentro di noi due forze: la prima è una forza creatrice, positiva e carica di energia, travolgente come un treno. 

La seconda è il suo esatto opposto, una forza distruttrice: trascina verso la cautela, è repressiva, ostinatamente attaccata alla logica.

Nella prima fase della tua scrittura l’unica forza che deve vincere è la prima. Non ci sono alternative. Quindi attiva il tuo guerriero interiore e fai sempre queste tre cose:

1 Non rileggere mai la frase che hai appena scritto

Tornare indietro sui propri passi blocca il flusso creativo. Scommetto che anche tu quando scrivi senti quella scintilla, tendi a inseguirla correndole dietro con le parole, corri corri corri fin quando “la raggiungi” e tiri un sospiro di sollievo. Non puoi tornare indietro, altrimenti rischi di perderla per sempre.

 

2 Non pensare logicamente

Via la logica, perdi il controllo, insegui il Coniglio Bianco e salta dentro il buco. Ricorda: “La logica ti porterà da A a B, l’immaginazione ti porterà dappertutto”. E se l’ha detto Einstein possiamo stare tranquilli!

 

3 Lasciati stupire dalle parole

Entra dentro il flusso delle parole e non fermarti neanche quando ti sembra di soffrire o di toccare dei nervi scoperti: è proprio lì che devi andare e il dolore non si può mai allontanare ma solo attraversare. Ti stupirai di scoprire quanta energia troverai, quanto desiderio e amore sono racchiusi nella parte più buia di te, quella che tendi sempre a ignorare, reprimere, svicolare. E sì, il blocco dello scrittore non avrà più motivo di esistere.

Quando scriviamo cavalcando la nostra forza creatrice arriviamo ovunque, il tempo si trasforma, le convenzioni e i doveri svaniscono, l’energia che troviamo dentro di noi si autoalimenta e ci pervade rendendoci invulnerabili, più forti e più sicuri. L’unica raccomandazione è quella di non fermarsi mai. Continua a scrivere fidandoti del tuo istinto.

 

Qual è il consiglio che daresti al te stesso di qualche anno fa? Scrivilo nei commenti!

  1. Fabio

    Forse non ho capito bene quello che hai scritto, ma rileggere quello che ho scritto mi aiuta a rendere il testo più fluido da leggere ed a continuare a scrivere con soddisfazione.

  2. Gianfranca Rossato

    Rispondo volentieri. Mi trovo in una situazione di Stalking condominiale e in sette anni, se non avessi potuto scrivere, non so come sarebbe andata a finire. Ero costretta a coricarmi perfino in auto e, con il bel tempo, all’alba mi alzavo e tornavo a casa, A quell’ora i miei aguzzini dormivano e io, nel silenzio e sola con me stessa mi mettevo al pc e lasciavo scorrere tutto ciò che la mia mente partoriva per il lungo racconto che stavo scrivendo, iniziato senza uno straccio di canovaccio e senza un soggetto preciso. I tasti del pc andavano da soli ed ero certa che, attingendo tutto dal mio istinto potevo proseguire la narrazione indipendentemente dalla conclusione che prima o poi avrei dovuto raggiungere. La mia mente era un contenitore di parole che uscivano da sole come da una cascata d’acqua e io a volte faticavo a starle dietro: lei mi travolgeva senza soluzione di continuità. Ma era bello!

    • Valentina Alfarano

      Grazie Gianfranca, complimenti per la tua tenacia e determinazione, questo è lo spirito giusto! Spero tu abbia scritto tanti altri racconti 🙂 In bocca al lupo!

  3. claudia

    Sembrerà strano: ascoltare sè stessi se lo scritto suona bene forse vuol dire che può andare.

  4. elisa

    Sono decisamente preda della maledizione di chi legge e poi rilegge, corregge e ricorregge.
    Che consiglio mi darei? Ero così ferma nelle mie aggrovigliate posizioni che sicuramente non mi sarei ascoltata.
    Invece, vorrei poterlo dire alla me stessa di oggi, forse un po’ più consapevole.
    Certamente ciò che mi aiuta a sciogliere le mie briglie mentali è scrivere di notte o di mattina presto, quando il silenzio offusca i timori.

    • Valentina Alfarano

      Ciao Elisa, questo è un ottimo consiglio, grazie 🙂

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